Il Borgo

Il Borgo di Retorto sorge sulle rive del fiume Orba, nel cuore della provincia di Alessandria.
Costituito da un agglomerato chiuso, è composto da una corte signorile centrale, con palazzo, chiesa e parco, a cui sono state aggregate, nel corso dei secoli, quattro corti rustiche.
Un tempo, fiorente borgo agricolo, era abitato da centinaia di persone che vi trascorrevano una vita serena tra i campi che garantivano il lavoro, le cascine, la scuola elementare e la chiesa.
Retorto era un microcosmo chiuso all’esterno, per proteggersi dai pericoli, ma vivo, completo ed autosufficiente.

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IERI

Di “Rivo Torto” si ha la prima notizia da un atto di donazione del 937 col quale il Re d’Italia Ugo di Provenza assegna in dote alla Regina Berta di Svevia, sua sposa in seconde nozze, diverse Corti tra cui quella di Retorto.
Nel corso dei secoli si ha notizia del borgo e dei suoi terreni in numerosi successivi documenti, che lo vedono passare prima all’abazia di Fruttuaria, poi ai marchesi del monferrato (per volere di Federico I, il Barbarossa).
Nel 1320 Retorto è assegnato ai nobili Lanzavecchia, al servizio del marchese del Monferrato, che nel 1380 furono investiti del feudo.
Nel frattempo l’alessandrino passa agli Sforza e nel 1463 Francesco Sforza, duca di Milano, concede il feudo di Retorto a Giacomo Dal Pozzo e al figlio Giovanni.
La famiglia Dal Pozzo, nell’arco dei secoli ha ceduto e riacquistato la proprietà del borgo a più riprese, rimanendone comunque il principale proprietario fino al 1918, quando Retorto è venduta a Matteo Bruzzo di Genova, la cui famiglia ne è tutt’oggi proprietaria e custode.

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OGGI

Il borgo di Retorto, che fino alla prima metà del ‘900 era abitato da circa 300 persone, con la meccanizzazione e la sempre minore esigenza di manodopera nei campi, si è lentamente disabitato.
Oggi l’azienda agricola di 200 Ha è interamente coltivata da tre persone, che seguono le produzioni di cereali e pomodori.
Nell’intento di ridare vita a questo piccolo villaggio è stato definito e siglato un piano di recupero che permette la variazione di destinazione d’uso delle cascine. Questo prevede un progetto di sviluppo conservativo delle strutture che introduce aree ricettivo-ricreative, residenziali e commerciali, senza tradire l’anima rurale e strettamente legata all’agricoltura del Borgo.
Il P.D.R. approvato e la Convenzione sottoscritta con il comune, garantiscono un assetto urbanistico ben delineato, pronto alla trasformazione, consentendo, al tempo stesso, la massima flessibilità per eventuali variazioni di destinazione d’uso.

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